Bifidobacterium breve

Descrizione

Nella lista dei supereroi del microbiota intestinale c'è il Bifidobacterium breve. Questo batterio Gram + appartiene al phylum degli attinobatteri. È un bacillo allungato, visibile al microscopio e ha la forma di una catena.

I Bifidobatteri sono tra i primi batteri a formare il nostro microbiota dopo la nascita. Inoltre, l'allattamento al seno favorisce lo sviluppo di questi microrganismi. Il Bifidobacterium breve fa parte dei batteri lattici presenti nel formaggio e nello yogurt. Il suo utilizzo in questi prodotti aiuta ad acidificare l'ambiente e a prevenire lo sviluppo di batteri potenzialmente patogeni.

I benefici

Il Bifidobacterium breve è un batterio che fa parte del microbiota intestinale. È in grado di realizzare la fermentazione lattica e di abbassare il pH. L'acidità contribuisce alla riduzione della Bilophila wadsworthia, un batterio sospettato di essere coinvolto nello sviluppo di patologie intestinali.

Il Bifidobacterium breve favorisce la diversità batterica del microbiota.

Per saperne di più clicca su, ceppi batterici del microbiota.

Pubblicazioni scientifiche

Bifidobacterium breve è oggetto di oltre 784 pubblicazioni scientifiche.

La selezione dei nostri attivi fa costantemente riferimento a numerose pubblicazioni scientifiche, basate su studi clinici randomizzati in doppio cieco contro placebo, sull'uomo, con un reale valore scientifico. I medici, i farmacisti e gli ingegneri del Laboratorio THERASCIENCE hanno selezionato per voi alcune di queste pubblicazioni.

• Klemenak, Martina et al. “Administration of Bifidobacterium breve Decreases the Production of TNF-α in Children with Celiac Disease.” Digestive diseases and sciences vol. 60,11 (2015): 3386-92.
• Kianifar, Hamidreza et al. “Synbiotic in the management of infantile colic: a randomised controlled trial.” Journal of paediatrics and child health vol. 50,10 (2014): 801-5.
• Minami, Jun-Ichi et al. “Oral administration of Bifidobacterium breve B-3 modifies metabolic functions in adults with obese tendencies in a randomised controlled trial.” Journal of nutritional science vol. 4 e17. (2015).